domenica 29 marzo 2009

Skinhead Attitude di Daniel Schweizer



Title: Skinhead Attitude
Director: Daniel Schweizer
Years: 2003
Genre: Documentario


Skinhead Attitude è un documentario sulla cultura Skinhead. Gli skin sono spesso identificati come nazi, ma ciò non è vero, tantè che questa cultura e questa musica (lo Ska) nascono in Jamaica.
Gli Skinhead razzisti si fan vedere arrorno agli anni 70 (il movimento Skin tradizionale parte negli ani '50) dall' idea di creare un nuovo genere musicale che fosse Ska ma nazi. Questo genere fu l' Oi, sucessivamente prese il via anche lo Street-ska. I due generi appena scritti nascono con questa radice che è lo ska di quattro ignoranti nazi tedeschi, ma ora come ora son cose totalmente diverse e non legate a ideologie razziste.

Skinhead Attitude ci fa conoscere, dunque, questo mondo e queste evoluzioni sociali e musicali attraverso il viaggio di Carol, Skinhead tradizionale francese. Carol ci porta in giro per Svezia, Germania e Franciatra i concerti dei gruppi e le risse tra le due fazioni Skin, antirazzisti e razzisti.


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giovedì 26 marzo 2009

I Cento Passi


Title: I Cento Passi
Director:
Marco Tullio Giordana
Years:
2000
Genre:
Drammatico

« Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! »



Un film su Peppino Impastato, giovane comunista impegnato contro la mafia. I cento passi rivella la storia di questo ragazzo dopo anni di silenzio dello stato e denuncia tutti i misfatti nascosti dallo stato.
Peppino, il protagonista esprime devvero bene la passione le idee del giovane di sinistra anni sessanta, libero dalla paura per la mafia e dal slenzio dello stato.

I Modena City Ramblersci han composto una canzone che svela l'atmosfere che I Cento Passi ci fa provare:





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mercoledì 25 marzo 2009

Fight Club di David Fincher


Title: Fight Club
Director: David Fincher
Years: 1999
Genre: Drammatico


Tormentato dall'insonnia, angosciato succubo dell'ideologia dell'individualismo competitivo, desideroso di appartenenza, un giovane americano in carriera (E. Norton) frequenta gruppi di terapia nel vano tentativo di condividere il dolore altrui. Crede di trovare la soluzione dei suoi problemi quando si imbatte nel suo “doppio”, il coetaneo Tyler (B. Pitt), che gli fa conoscere i Fight Clubs, luoghi clandestini dove ci si massacra a pugni nudi: un mezzo per abbattere il sistema, usandone l'ideologia e portandola alle sue estreme conseguenze in negativo. Sorpresa finale. Dal romanzo di Chuck Palahniuk (1996), sceneggiato da Jim Uhls, il 4° film del californiano D. Fincher (1963) conferma, almeno nella 1ª parte, la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche la nociva inclinazione a banalizzare scaltramente temi alti (presenza del Male, nichilismo metropolitano, religione totalitaria, “doppio” dostoevskiano ecc.) “È questa la volgarità... Non l'abuso della violenza, ma questa furbesca manipolazione d'infelicità e desideri” (Roberto Escobar). Abbiamo sopravvalutato Seven, il suo migliore film? E. Norton riafferma le sue qualità di attore di composizione e H. Bonham Carter la sua duttilità. Più che un thriller d'azione, è un grottesco cerebrale di intenti trasgressivi, forse sovversivi. O un formalistico, irresponsabile film hollywoodiano?



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Onora Il Padre E La Madre di Sidney Lumet


Title: Onora Il Padre E La Madre
Director: Sidney Lumet
Years: 2007
Genre: Drammatico, Thriller


Per ragioni diverse Andy e Hank si trovano a navigare in cattive acque. Quando il maggiore dei due fratelli propone al più giovane di unirsi a lui in una rapina "facile facile", Hank s'illude di poter finalmente venire a capo della sua miseria economica e affettiva. Tuttavia, quando accetta, non sa che Andy ha organizzato il colpo nella gioielleria dei loro genitori.
Sidney Lumet torna a mettere in scena la violenza, contestualizzandola all'interno della psiche umana e della famiglia. Onora il padre e la madre è un thriller che si addentra nella mente (e nel cuore) dell'uomo, esplorandone i conflitti e le reazioni più contorte. Con una tecnica di flashback mai fine a se stessa il regista statunitense presenta la visione individuale dei personaggi - gli interrogativi, le frustrazioni, i vizi e le virtù - offrendo un quadro saturo di disperazione.
La sceneggiatura potrebbe limitarsi a un linguaggio fatto di gesti e sguardi più che di parole, tanto sono efficienti le prove recitative dei protagonisti e l'utilizzo della macchina da presa. Il teatro d'azione - che sia una gioielleria, un bar o un appartamento radical chic - sembra vorticare su se stesso conducendo gli attori in labirinti senza uscita che esemplificano la loro condizione esistenziale. Andy (il superlativo Philip Seymour Hoffman) è all'apparenza un uomo di successo, con una bella moglie e un lavoro prestigioso. Vive in un ordine "claustrofobico" per mettere a tacere il disordine interiore. La sua incapacità di amare (e ancor meno di manifestare le proprie emozioni) è raffigurata da un unico gesto compiuto di fronte all'ammissione di tradimento: un moto d'ira - tanto spontaneo da suggerire l'improvvisazione - che lo porta a buttare per aria oggetti senza romperne nessuno, fino a rovesciare una coppa di pietre levigate per meglio osservare il suo io, un io frammentato.
Ethan Hawke, che interpreta il fratello minore di Hoffman, annulla il suo volto d'attore per entrare anima e corpo nei panni di Hank, regalandogli immaturità, angoscia e senso di colpa. Interprete e personaggio diventano tutt'uno di fronte alla macchina da presa e le pause e i silenzi, oltre che gli sguardi, servono a fissarlo nell'universalità della trama. Onora il padre e la madre è un'opera drammatica e assoluta, che affronta con estrema sensibilità e senza nessun tipo di sconto o didascalismo la natura distorta, imperfetta e complessa dell'uomo.



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Buffalo '66 di Vincent Gallo


Title: Buffalo '66
Director: Vincent Gallo
Years: 1998
Genre: Drammatico


A Buffalo (New York), sede della squadra di football più sbeffeggiata degli Stati Uniti, il nevrotico Billy Brown esce di carcere – dopo cinque anni per un reato che non ha commesso – con un'idea fissa: vendicarsi di un giocatore dei Buffalo Bills, indiretto responsabile delle sue disgrazie. Vuole ucciderlo e poi uccidersi. Anomala miscela di realismo e romanticismo, moderna favola sul potere dell'amore, apologo di formazione sull'uscita da un'infanzia infelice. Ideato, scritto (con Alison Bagnall), musicato e interpretato da V. Gallo, è un nevrotico film d'autore anche nell'assillo stilistico con cui il regista-attore cerca, riuscendovi in parte, di staccarsi dai codici narrativi in vigore a Hollywood: uso dello split-screen al posto dei flashback; ricorso a una pellicola Kodak invertibile per ottenere una fotografia irrealistica, molto saturata nei colori e nei contrasti. La sequenza del rientro in casa dei genitori è di una terribile tristezza. In piccole parti appaiono Mickey Rourke, Rosanna Arquette e Jean-Michael Vincent. Un'opera prima anomala.



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Rapina a mano armata di S. Kubrick


Title: Rapina a mano armata
Director: S. Kubrick
Years: 1956
Genre: Noir, thriller

Terzo lungometraggio del ventottenne Stanley Kubrick. Fu il primo film prodotto insieme ad Harris, col quale realizzò poi anche Orizzonti di gloria (Paths of Glory) (1957) e Lolita (1962). La sceneggiatura vide la collaborazione ai dialoghi di Jim Thompson (anche con lui il connubio si rinnovò per il successivo Orizzonti di gloria), e le riprese durarono circa 20 giorni, dunque molto poco, mentre per il montaggio furono impiegati diversi mesi.

Kubrick si immerge nel noir raccogliendone tutti i caratteri più significativi e al tempo stesso rivitalizza un genere già consolidato nella sua grammatica, inserendo un elemento di assoluta novità narrativa: il flashback sincronico. L'idea viene direttamente dal libro di Lionel White Clean break (uscito in Italia dopo il film, anch'esso con il titolo Rapina a mano armata) nel quale appunto la narrazione non segue un filo cronologico lineare ma ritorna sugli stessi avvenimenti della rapina più volte a seconda del personaggio che li descrive e che quindi dà di una stesso episodio un suo personale punto di vista. L'idea che questo si potesse tradurre in una narrazione cinematografica ha reso un ottimo romanzo noir (così lo definì Kubrick) un film che è entrato a far parte della storia del cinema. Si trattò infatti di una novità assoluta per un cinema che conosceva già la tecnica del flashback, utilizzato però sino ad allora, semplicemente per inserire nella narrazione presente un episodio passato. Con il flashback sincronico lo spettatore è aiutato nel poter rivivere una stessa scena osservando azioni che si svolgono in contemporanea e che una narrazione lineare rischierebbe di non sottolineare a sufficienza. In questo caso Kubrick vuole la massima attenzione sugli eventi strettamente connessi alla realizzazione del colpo. Così da non perdere niente su come agiscono i vari soggetti. Lo stesso non avviene per le altre parti del film. Addirittura la strage, culmine drammatico ed evento centrale come dimostra lo stesso titolo nella versione originale, si risolve in un attimo, palesandosi solo con la visione, anche questa fugace, dei corpi inanimati al suolo.


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L'odio di Mathieu Kassovitz


Title: L'odio
Director: Mathieu Kassovitz
Years: 1995
Genre: Drammatico

In bianco e nero, un giorno e una notte nella vita parigina di quei ragazzi della periferia senza studi e senza lavoro e senza niente, isterizzati dal vuoto e dall'assenza d'ogni collocazione sociale, nevrotizzati dalla mancanza di futuro, facilmente delinquenti perché privi di soldi, che in ogni metropoli del mondo mettono tanta paura agli altri, agli integrati. Ventiquattr'ore nella vita dei loro odiati nemici che li odiano, i poliziotti: l'odio reciproco è l'emblema del conflitto tra la società e i rifiutati, gli esclusi dalla società. E qualcosa che in Europa non si vedeva da tempo: un film contro la polizia. All'inizio, la polizia ha ferito gravemente in uno scontro un ragazzo arabo che poi morirà. Di qui, manifestazioni giovanili di protesta, fuochi, lacrimogeni, botte, auto rovesciate e arse, assalti al commissariato, vetrine in pezzi, slogan, feriti trascinati via per le gambe, fumo. Poi altre brutalità poliziesche, arresti abusivi, interrogatori abietti, razzismi socioetnici violenti, sino all'estremo colpo di pistola sfuggito a un poliziotto prepotente e sbadato, che fa esplodere la testa d'un ragazzo. Tre ragazzi simili, un nero, un arabo e un ebreo, sono i protagonisti di queste ore di massima tensione, impiegate pure in vagabondaggi inani e rischiosi che diventano un percorso attraverso la loro esistenza brutta. Alla maniera dello Spike Lee di Fà la cosa giusta, Mathieu Kassovitz, 27 anni, parigino, figlio d'un cineasta e d'una produttrice, già autore di Metisse, premiato per la regia all'ultimo festival di Cannes, ha fatto un film brutale e disinvolto, destrutturato e costruito con rigore: tempo condensato il cui trascorrere è scandito da cartelli, una pistola perduta da un poliziotto che serve da filo conduttore passando di mano in mano, l'agonia del ragazzo arabo colpito dalla polizia che assicura suspense, due parti simmetriche svolgentisi una a Parigi e una in periferia. Alla maniera del Martin Scorsese di Taxi Driver, Kassovitz ha fatto un film che è insieme drammaticamente realistico e sotterraneamente surreale. L'odio aggredisce un problema sociale francese in stile americano, ma si distingue da altri racconti neri della periferia, da tanti altri banlieue-film: per la sua durezza sovversiva, per la rabbia unita a svagatezza dei protagonisti, per il linguaggio gergale che imprime alla narrazione gran ritmo e una terribile energia. Il sospetto d'artificiosità, d'un eccesso di furba abilità non toglie nulla alla forza, alla potenza disperata del film; né alla bravura e alla sicurezza d'un nuovo regista.


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martedì 24 marzo 2009

American History X di Tony Kaye


Title: American History X
Director: Tony Kaye
Years: 1999
Genre: Drammatico

American History X è un film del 1999 diretto dal regista Tony Kaye.

La pellicola è dedicata al tema del razzismo negli Stati Uniti, cercando di mostrare come gli estremi di intolleranza vengano raggiunti da tutte le parti in questione, bianchi e neri, e come l'odio, in generale, produca soltanto altro odio.


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domenica 22 marzo 2009

Fuori Vena di Tekla Taidelli


Title: Fuori Vena
Director: Tekla Taidelli
Years: 2005
Genre: Drammatico


[Fuorivena è il primo lungometraggio della regista Tekla Taidelli. Cliccate qui per immergervi nel bellissimo sito ufficiale, ricchissimo di news e materiali audiovideo, dal quale abbiamo "rubato" le motivazioni del film e la bio di Tekla. gg]

Questo progetto nasce dall'esigenza di mettere a nudo il mondo della droga e della dipendenza, un campo minato nel quale molti altri artisti o presunti tali hanno rischiato di ferirsi, deturpati da deflagrazioni di banalità e approssimazioni d’ogni genere. Pensare che tutti i drogati siano uguali è una facile generalizzazione in cui possono incappare in molti, dalla casalinga frustrata al medico della mutua, un luogo comune riduttivo che evade le complesse dinamiche di un fenomeno che abbraccia oggi giorno praticamente ogni strato sociale. Le modalità di assunzione delle cosidette sostanze stupefacienti sono talmente tante e varie che aggraparsi al pregiudizio che solo quelli che lo mostrano esternamente con orecchini, capelli colorati o vestiti appariscenti o che facciano una vita “fuori” dalle cossiddette rotaie (fuori dalla vena) siano tossici è una generalizzazione che lascia il tempo che trova, un percorso bigotto che incontra fin troppo spazio nei media e nelle conversazioni da bar.


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Lolita di S. Kubrick


Title: Lolita
Director: S. Kubrick
Years: 1962
Genre: Drammatico

Dal romanzo (1955) di Vladimir Nabokov: intellettuale cinquantenne si fa mettere i sensi in fantasia da un'aizzosa quattordicenne e, per starle vicino, ne sposa la madre vedova. È una passione senza speranza, un gorgo nel quale sprofonda fino all'omicidio. Poco apprezzato dalla maggior parte dei pedanti critici dell'epoca, il 1° film britannico di S. Kubrick migliora ogni anno che passa: anche a livello stilistico e drammaturgico, la scrittura filmica rivela le sue qualità, reggendo il confronto con la capziosa prosa di Nabokov. Più che un dramma, è una inventiva e persino divertente commedia nera in cui si riconoscono diversi temi del successivo cinema kubrickiano. Recitazione ad alto livello con un P. Sellers straordinario nel suo proteiforme istrionismo. Durante le riprese S. Lyon aveva 13 anni, ma col suo sessappiglio ne dimostrava 3 o 4 in più. Ridistribuito in Italia nel 1998. Rifatto nel 1997.


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venerdì 20 marzo 2009

Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman


Title: Qualcuno volò sul nido del cuculo
Director:
Milos Forman
Years: 1975
Genre: Drammatico



Vivere sotto il controllo dei dottori solo per non aver mai assaggiato la libertà.
McMurphy (Jack Nicholson) riesce solo a far sentire il profumo dell' indipendenza ma, tanto basta per far rivoltare un carcere (anche detto mancomio, per gli ingnoranti che non lo considerano un carcere).
Tra la desolazione mentale e l' Anarchia.

Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: One flew east, one flew west, one flew over the cuckoo's nest ("Uno volò ad est, uno volò ad ovest, uno volò sul nido del cuculo"). Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo" e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con "qualcuno diventò pazzo".

Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico.

Per studiare la parte, gli attori hanno partecipato alle sedute di psicoterapia insieme ai pazienti.






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Pass: sceid

The Brown Bunny di Vincent Gallo


Title: The Brown Bunny
Director: Vincent Gallo
Years: 2003
Genre: Drammatico


Il viaggio tra le malinconiche province americane piene di tristezza e rimpianti.
Il viaggio di Bud, interpretato dal ragista e sceneggiatore Gallo, tra le emozioni e i vecchi ricordi.
A farla da protagonista [ la poesia introspettiva e fottutamente travagliata del viaggio per dimenticare che finisce per ricordare. Ricordare lei> Daisy, il primo amore del regista.

Inutile dirvi che non si tratta d- una storia damore per teenagers alla film di scamarcio.



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