martedì 14 aprile 2009

Casablanca di Michael Curtiz


Title: Casablanca
Director: Michael Curtiz
Years: 1942
Genre: Drammatico


L'affascinante Rick, avventuriero newyorkese, gestisce un locale a Casablanca. Siamo nel 1941 e la città sulla costa atlantica africana è meta di ogni tipo di umanità: spie, povera gente che vuole espatriare, eroi della resistenza, truffatori, trafficanti, giocatori di professione. Arriva al locale la bella Ilssa, insieme al marito Victor Lazlo, braccato dai nazisti. Rick aveva conosciuto la donna a Parigi un anno prima e fra i due c'era stata una breve, intensa storia d'amore. Quando si ritrovano scocca di nuovo la scintilla. Rick è in possesso di due preziosi lasciapassare e progetta di partire con la donna. Ma alla fine, all'aeroporto, Bogart fa in modo che a partire (e salvarsi) al posto suo sia Victor, prezioso per la lotta contro il nazismo. "Noi due siamo niente in questa immensa tragedia", dice alla Bergman piangente. Autentico mito del cinema, uno dei massimi, superiore forse agli effettivi meriti del film. Ma si sa, il cinema non è sempre così logico e allora ecco che il pubblico consegna alla leggenda una storia che inciampa più volte nel mélo, che presenta ricostruzioni d'ambiente del tutto improbabili, ma che, appunto, misteriosamente funziona. Nutrito nel tempo dal mito perenne di Bogart, dalle citazioni di Woody Allen, dalle continue riproposte televisive, il film resiste proprio in virtù delle sue "contaminazioni". Grande merito va reso al gruppo straordinario di caratteristi, diventati manifesti perfetti e insostituibili nella rappresentazione di certi segnali: il grasso Sidney Greenstreet, l'ambiguo Claude Rains, l'angosciato Peter Lorre. E inoltre Paul Henreid, il più efficace "perseguitato" (per lo più dai nazisti) della storia del cinema. Il film ebbe l'Oscar assoluto del 1943 anche per le sue dichiarazioni contro il "nemico del mondo", divenendo un manifesto della propaganda bellica. Numerose le sequenze memorabili: i presenti nel locale che cantano la Marseillaise davanti ai nazisti; il flash-back dell'amore parigino; la canzone As time goes by cantata da Dooley Wilson e la scena finale dell'aeroporto. Casablanca è uno dei film presenti e viventi nella comunicazione perenne: Bogart-Rick è stato continuamente usato dalla pubblicità diventando una sorta di manifesto dell'uomo vero.




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